Il silenzio è il veicolo che ci fa “toccare” Dio, che ce ne fa percepire la presenza nell’intimo. Il silenzio è dentro di noi. Il silenzio è bellezza, è dono, è pace, è pienezza d’amore; perciò il silenzio è gioia. Una gioia che a volte sembra il dolore, la tristezza, lo sconfitto.
Il silenzio non è un semplice tacere. Con esso possiamo esprimere sentimenti, pensieri, desideri, stati d’animo, presunzione, sicurezza, umiltà; del resto anche la esperienza personale ci insegna tutto questo.
Nel silenzio impariamo a comunicare non solo con la parola. Il silenzio lo si percepisce anche attraverso lo sguardo; gli occhi portano riflessa la bellezza, la luce interiore e fanno sprigionare dall’intimo quella dimensione semplice ed essenziale che a volte, anzi, coperta da tante strutture artificiose.
Il silenzio è non lasciarsi distrarre, saper restare sempre in comunione con le cose, con l’altro, con la realtà.
Il silenzio è ascolto, è la condizione per ogni tipo di comunione. La disponibilità all’ascolto degli altri nasce dalla capacità di ascoltare se stessi, i propri bisogni e ci dà l’opportunità di crescere.
Il nostro silenzio deve scaturire dall’amore; l’amore di Dio in noi, l’amore che ognuno di noi ha ricevuto dalla famiglia, dal sacramenti e che la fede e l’esperienza quotidiano ci insegna.
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